Luca, scrive Vasari, è “quella persona, che col fondamento del disegno, e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte degli artefici la via all’ultima perfezzione dell’arte”.
Diverse le novità scientifiche che l’esposizione proporrà tra cui, a titolo di anticipazione: la ricomposizione per quanto ancora possibile della straordinaria Pala di Matelica, realizzata nel 1504-1505 per la chiesa di Sant’Agostino a Matelica, smembrata e dispersa per il mondo a metà del XVIII secolo; quindi la presenza di due preziosi pannelli con la “Nascita” e “Il miracolo di San Nicola” ( 1508 – 1510 c.), per la prima volta di ritorno in Italia dagli Stati Uniti d’America (Atlanta); e ancora il ricongiungimento, mai riuscito in epoca moderna, della tavola centrale del Polittico della chiesa di Santa Lucia a Montepulciano – raffigurante la “Madonna e il Bambino in trono” – con la relativa predella, composta da tre pannelli in prestito dagli Uffizi di Firenze, in cui Signorelli mostra tutta la sua vena narrativa. Del resto, potere d‘immaginazione e invenzione visiva sono qualità rare riconosciute al grande artista già dal contemporaneo, cortigiano, pittore e poeta Giovanni Santi che, con un termine di solito riservato alle arti liberali, definì il Cortonese “d’ingegno e spirito pelegrino” a sottolinearne il vivace intelletto; ma anche dal sommo biografo Vasari che, oltre a Filippino Lippi, solo per Signorelli fece esplicito riferimento alla capacità immaginifica in un artista del Quattrocento, ricordando gli affreschi del Duomo di Orvieto. La mostra sarà accompagnata anche da un denso programma di eventi di accompagnamento, previsti fin dal prossimo marzo – conferenze, concerti, lectio ecc – legati a Signorelli e al contesto storico e culturale in cui egli visse e operò, in un Italia centrale animata dai fermenti del passaggio tra XV e XVI secolo.