La “jbwells controversy” esplode su Tik Tok
Non deve aver passato dei bei momenti, in effetti, Jacklyn, diciannovenne studentessa americana (su Tik Tok @jbwells2) che lo scorso 24 gennaio ha mostrato sul social dei giovanissimi il suo bottino da thrift shop poi rivenduto su Depop. Nell’ordine, Jacklyn snocciola (e indossa): una gonna patchwork a portafoglio, un long coat in suede profilato di pelliccia, svariati blazer in pelle e una carrellata di gonne- micro, midi o lunghe- ovviamente tutte “pazzesche” e molto Y2K. Direte voi, e il male dove sta? Il male sopraggiunge quando Jack rivende tutto su Depop a prezzi, a detta di molti utenti, non giusti. Nello specifico, gli oggetti della discordia, sono i primi due dell’elenco: la gonnellona granny style, e il cappotto boho, rispettivamente venduti da @jbwells2 al prezzo di 35 e 175 dollari. Su Amazon, chiosa un utente con tanto di video dimostrativo della ricerca, la gonna si trova nuova di zecca a 45 dollari e i 10 della differenza sono sufficienti a far scoppiare la polemica che, da Tik Tok, si espande presto a macchia d’olio anche su Twitter. Dove il tono dei commenti è più o meno questo: “comprare vestiti ad un prezzo accessibile e rivenderli per il triplo, non è lavoro bensì uno sfruttamento sconsiderato”, o ancora “la cultura del resell è la più grande piaga della nostra generazione”. C’è chi, addirittura, si spinge più in là, arrivando a scomodare la sociologia e parlando di “gentrificazione dell’usato”.
Va da sé che Jacklyn, manco fosse una superstar beccata in flagranza di chissà quale reato, è costretta alla pubblica ammenda: con il resell dei capi usati ci paga le rette dell’università e, oltretutto, contribuisce a lastricare di un ulteriore tassello, la strada verso una moda sempre più circolare. Ora; il terreno è scivoloso, come sempre è quando c’è di mezzo un guadagno, ma la povera venditrice non è una super ricca che scova da un charity shop una chicca di extra-lusso per due soldi, rivendendola a chissà quale cifra. Inoltre, dice bene Sophie Benson su British Vogue, quando invita ad allargare l’orizzonte ed inserire la storia in un quadro più ampio. Chi accusa Jacklyn di scippare abiti usati sotto il naso di chi davvero ne ha necessità, non ha bene in mente uno dei maggiori problemi della moda contemporanea: la sovrapproduzione.