A questo proposito Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) ha delineato il quadro dei principali, ha ricordato quali sono le principali strategie di contrasto all’osteoporosi anche nell’ambito della medicina di famiglia:
un’appropriata terapia dell’osteoporosi deve innanzitutto correggere i fattori di rischio modificabili, raccomandando maggiore attività fisica, corretta alimentazione, sospensione di alcol e fumo. Bisogna poi correggere l’eventuale deficit di calcio o vitamina D, la cui supplementazione rappresenta oggi uno dei capisaldi del trattamento dell’osteoporosi.
“Per i pazienti istituzionalizzati – ha aggiunto Cricelli – per le donne in gravidanza e in allattamento e per persone con osteoporosi non candidate a terapia remineralizzante, la vitamina D viene prescritta a prescindere dal dosaggio ematico, mentre per altre categorie di pazienti è necessario verificare il livello di ipovitaminosi D. Ad esempio, la nota 96 di AIFA indica la soglia di 30 ng/ml per le persone affette da osteoporosi candidate a terapia remineralizzante, per le quali è importante correggere la carenza di vitamina D prima di intraprendere il trattamento”.